Si potrebbe giustificare la tensione vocale italiana con l’esigenza di riempire un vuoto visuale tra una parola e un’altra tramite un aumento del volume. Un po’ come urlare quando siamo sulle montagne russe.
Liberare la voce vuol dire liberare la persona, e ogni persona è un’indivisibile entità di mente e corpo.
Nell’ambito del linguaggio verbale dedicherei ancora un piccolo approfondimento a un fattore di pregiudizio a mio avviso notevole nella dinamica dell’ascolto: sto parlando dei particolarismi regionali ossia gli accenti
La lingua è un sistema di segni che, associati, recano dei significati e rendono possibile un livello di comunicazione condivisa se conosciuti da entrambi i parlanti.
Nella vita quotidiana praticare l’ascolto attivo è un’attività impegnativa tanto quanto danzare in armonia.
La metafora della danza ci aiuta a comprendere certe dinamiche del vissuto in maniera intuitiva e ci dà un assaggio di come si possono evolvere le dinamiche relazionali in un ambiente specifico.
Per quanto possa apparire come una pratica che caratterizza specifiche relazioni professionali, tutti potremmo essere potenzialmente capaci di essere dei buoni ascoltatori
